Come e perché nasce questo blog

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In un periodo in cui la musica hip hop è diventata alla portata di tutti, ma celata ai più, questo blog offre una visione ragionevole della scena italiana, particolarmente quella nordica, per distinguere ciò che vale la pena ascoltare e ciò che non è hip hop, ma musica in rima. Queste pagine non vogliono essere un luogo in cui si giudica o si pubblicizza, ma dove si valuta, dove ci si confronta, per capire meglio la musica hip hop, capendo meglio chi la scrive e\o compone: insomma, dove si possa condividere una passione


One love



Rispetta quelli che lo fanno da più tempo
devi andare a tempo e non perdere tempo
Scrivi nuove rime e crea nuove tendenze
e poi il tuo stile e rispetta le scadenze
Ok, come dice il vecchio saggio al terzo Dan
stanno aumentando i fan e diventerai una star


Surfa, "Vuoi fare la rapstar?", da Rap Roba Fresh vol.1

lunedì 27 agosto 2012

[AlteConsiderazioni] Il Gen-io


L'altro giorno stavo ascoltando un vecchio album a me molto caro di Asher Kuno, "The Fottamaker". E una delle ultime tracce, penso sia Scene di Provincia, parlava, in modo molto semplice, di quello che succede nella realtà quotidiana della periferia di Milano est, tra Pioltello, Peschiera e Segrate, dove abito. E mi trovavo a girare nel quartiere Feltre, estrema periferia, citato tra l'altro recentemente nella traccia Estate Albina dell'ultimo album di Jack The Smoker "Grandissimo EP". Era sera ma c'era una luce stupenda. 
Ascoltando questo pezzo mi sono venute in mente due citazioni che descrivono, o almeno tentano, quello che mi aspetto dalla musica (e in particolare da quella Hip Hop, genere per il quale trovo molta affinità) e da tutta l'arte in generale. 
La prima è quella di Esa, nota faccia della scena italiana, che, in una intervista di maggio su RapBurger.com alla domanda "cos'è il real Hip hop?" risponde così:

Andare in bici alla Certosa di Pavia con DJ Skizo, farsi un panino al salame e bersi un bel bicchiere di vino. Poi comprare otto 45 giri alla fiera e il giorno dopo tornare in studio e utilizzarli per fare i beat. Ecco quello che per me è il senso del vero Hiphop.

La seconda è di un educatore del secolo scorso che, parlando del genio, lo descrive così:

II genio è un carisma eminentemente sociale, che esprime in mezzo all'umana compagnia i fattori sentiti dalla compagnia stessa in modo talmente più acuto degli altri, che questi ultimi si sentono più espressi nella creatività del genio che neanche se si mettessero ad esprimersi da soli.

E in quel momento, forse per il paesaggio bucolico che mi si parava d'innanzi (Feltre è in periferia ma non immaginatevi casoni popolari e degrado), forse per la stanchezza della giornata, ho capito che l'hip hop mi piace per questo; o meglio, chi fa hip hop mi piace per questo: perché mette una parola dopo l'altra, una rima dopo l'altra, un incastro dopo l'altro, meglio di come saprei fare io. E la cosa ancora più originale è che riesco ad immedesimarmi, sebbene i contesti in cui questi artisti si esprimono siano totalmente diversi tra loro e siano talvolta totalmente diversi dal mio. 
Calma, con questo non voglio dire che allora l'hip hop per piacere deve richiamare per forza ad una sera di luce bellissima o a pace e  tranquillità; dico solo che questo è un metodo per capire cosa veramente ci piace e cosa no, per riflettere un secondo su ciò che veramente ci appassiona. Poi potranno venire fuori i risultati e gli artisti più disparati e diversi, ma almeno sapremo perché ci piace una cosa...e di questi tempi non è scontato.

Sir Biss

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